E veniamo a quel sabato 15 giugno 1974, ore 18.00, sul terreno di gioco dell’Olympiastadion di monaco di Baviera. L’Italia schierava, tra parentesi la squadra di club di appartenenza e le presenze in nazionale: Zoff (Juventus-33), Spinosi (Juventus-17), Facchetti (Inter-74) (cap.), Benetti II (Milan-16), F. Morini (Juventus-7), Burgnich (Inter-64), A. Mazzola (Inter-68), F. Capello (Juventus-17), Chinaglia (Lazio-10), Rivera (Milan-59), Riva (Cagliari-41).
La nazionale di Haiti partecipava per la prima volta alla fase finale di un Mondiale come vincente delle qualificazioni CONCACAF (Confederation of North, Central America and Caribbean Association Football), essendo risultata prima davanti a Trinidad Tobago e, soprattutto, un deludente Messico (ma c’è da sottolineare che Haiti disputò tutte e cinque le gare in casa, mentre il Messico giocò in trasferta tre gare, compresa quella vittoriosa per 1-0 a Port-au-Prince del 18 dicembre 1973). Il presidente di Haiti, Jean-Claude Duvalier, soprannominato Baby-Doc, figlio del precedente presidente-dittatore François Duvalier (“Papa Doc”), organizzò la spedizione della nazionale caraibica promettendo premi favolosi a chi avesse soltanto segnato un gol ai Mondiali… Questa la formazione che scese in campo all’Olympiastadion: Francillon, Bayonne, Auguste, François, Nazaire (cap.), Jean Joseph, Vorbe, Antoine, Sanon, Desir, G. Saint Vil. Commissario tecnico Antoine Tassy, che sostituì misteriosamente (!?) il vero artefice della storica qualificazione, l’italiano Ettore Trevisan.
Durante tutto il primo tempo la nazionale italiana assediò la porta haitiana con otto conclusioni a rete, di cui sei nello specchio della porta. In dettaglio: Causio (tiro al volo di esterno destro su cross di Facchetti parato da Francillon), Facchetti (diagonale appena dentro l’area su passaggio di Rivera e nuova parata di Francillon), Chinaglia (smarcato da solo in area da un bellissimo assist di Riva e prodezza del portiere haitiano che respinse la bomba di destro al volo di Big John), Riva (a porta vuota dopo un’uscita infelice di Francillon ricevette da Chinaglia e tirò fuori sopra la traversa), Riva (su bellissimo cross dalla sinistra di Facchetti incornata di testa e parata d’istinto di Francillon), Mazzola (destro ficcante da fuori area su passaggio di Benetti ed ennesima prodezza di Francillon), Mazzola (tiro molto debole rasoterra da fuori area su passaggio di Rivera e parata comoda del portiere haitiano), Riva (pescato in area da Mazzola ma esecuzione di testa che finisce oltre la traversa). Nella ripresa il risultato si sbloccò dopo appena un minuto, ma non a favore degli azzurri… Al 46’ un lungo lancio dalla metà campo haitiana raggiunse Sanon che, in contropiede, si liberò di Spinosi e Zoff depositando la palla in rete. Zoff perse la sua imbattilità dopo 1143 minuti… Sembrava di assistere alla replica di Corea del Nord-Italia di otto anni prima… Però l’Italia non si disunì e continuò ad attaccare. Riva, su cross di Mazzola dalla destra, alzò di testa ma non inquadrò la porta, poi alla fine il pareggio di Rivera al 52’, tiro al volo dopo un rimpallo di Chinaglia affrontato da due difensori haitiani. Subito dopo occasionissima per Riva che, imbeccato da un lancio a centrocampo di Mazzola, colpì di testa impegnando Francillon. Ancora arrembaggio azzurro e altro tiro al volo di Rivera su assist di Riva finito di poco fuori. Intermezzo haitiano con François che appena fuori area costrinse Zoff a una parata in due tempi. E arriviamo al 64’, quando Benetti dall’out di destra scoccò una staffilata che incocciò il piede di Auguste facendo deviare la traiettoria e consentendo agli azzurri di passare in vantaggio. Cinque minuti dopo, al 69′, Valcareggi fece entrare Anastasi (Juventus-21) scatenando l’ira di Chinaglia, sostituito. Il Giorgione laziale lasciò il campo mandando a quel paese il c.t., tutto lo staff azzurro e, a quanto pare, continuò negli spogliatoi a dar di matto. Si disse che fu fatto chiamare Tommaso Maestrelli, allenatore della Lazio campione d’Italia, per convincere il suo bomber a venire a più miti consigli… Intanto si continuava a giocare e Benetti, esaltato dal gol, provò ancora con una sua bomba da fuori area, alzando però la mira. Anastasi, imbeccato da Rivera, ebbe subito la possibilità di segnare, però sciupò tutto con una ciabattata che finì lontano dal palo destro. Poco male. Pietruzzo si sarebbe rifatto immediatamente approfittando di un controllo errato in area di Riva e scaricando in rete di destro. Lo stesso Anastasi si mangiò un altro gol alzando una palla invitante toccatagli da Riva su lancio di Rivera. Il risultato non cambiò più e l’Italia battè Haiti 3-1.
Il gioco consiste in questo: rivedere non solo quella partita ma considerare anche l’intera trasferta tedesca della nazionale italiana ai Mondiali del 1974… qualcuno l’anno scorso paragonò l’uscita al primo turno dell’Italia di Lippi proprio con la cosiddetta disfatta di Stoccarda… non credo il paragone regga, anche perché nel ’74 non passammo il turno per la differenza reti (+1 l’Italia, +2 l’Argentina) e realizzammo tre punti con una vittoria, un pareggio (1-1 con l’Argentina) e una sconfitta (2-1 con la Polonia), mentre gli azzurri di Lippi non vinsero mai, pareggiarono due volte (1-1 con Paraguay e Nuova Zelanda) e persero 3-2 con la Slovacchia. Tra parentesi, c’è una bella differenza anche per ciò che concerne il livello delle compagini avversarie! Nonostante le polemiche, l’Italia di Valcareggi, se confrontata all’Italia di Lippi, mostrò dal punto di vista tecnico qualcosa di più, pur con tutti i limiti dovuti alla fine di un ciclo che si era inaugurato nel ’68, con la vittoria degli Europei. Nel ’74 il calcio italiano era rappresentato in nazionale dalle squadre protagoniste del campionato appena concluso e vinto dalla Lazio (3 giocatori) davanti alla Juventus (6 giocatori), al Napoli (il solo Juliano convocato), all’Inter (5 giocatori), al Torino (2 giocatori), più 3 giocatori del Milan giunto 7° e due del Cagliari, giunto 10°. Nel 2010 la squadra campione d’Italia, l’Inter, non fornì alcun giocatore alla nazionale (essendo composta praticamente solo da stranieri), mentre la Juventus, giunta 7ª, aveva il più alto numero di convocati con 6 giocatori… No, decisamente il paragone non calza. Dalla sconfitta tedesca del ’74 l’Italia seppe riprendersi e giunse a disputare negli anni seguenti ottime prestazioni (3° posto ai Mondiali in Argentina del ’78, 4° posto agli Europei dell’80, vittoria al Mundial spagnolo dell’82), mentre per questa nostra nazionale reduce dal disastro totale dei Mondiali in Sudafrica c’è finora la bella qualificazione agli Europei del 2012 in Polonia e Ucraina… vedremo se Prandelli saprà ripercorrere le orme di Bernardini-Bearzot…
© Marco Vignolo Gargini
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